Quelli come noi

Le parole di un caro amico mi hanno fatto pensare… Già, caro Roberto, quelli della “nostra classe”, della nostra epoca, le cose che hanno avuto o vissuto da piccoli, se le sono tenute nel cuore… Forse per questo è difficile cancellarle. Ma le tue parole, su un tempo così lontano, mi hanno suggerito un altro pensiero. Guardo certe foto di oggi e, grazie al cielo, riesco ancora a stupirmi un po’… Perché solo quelli come noi, quelli che, da bambini, hanno giocato a fare i “telecronisti sportivi”, possono osservarsi ancora con l’emozione e lo stupore di chi ha visto realizzarsi un piccolo sogno. Solo se da bambino hai giocato a fare quella cosa lì, puoi ogni tanto fermarti e pensare… che bello che è… farla davvero. E forse, proprio perché il tuo sogno viene da così lontano, riesci ancora a vederti come un privilegiato… Uno che, soprattutto, e sottolineo soprattutto, non deve dare valore a ciò che fa in base ad una tariffa. Dobbiamo insegnare ai nostri figli a “voler bene” ai sogni. Che si realizzino o meno, ragazzi, amate i vostri sogni. Nelle “peggiore delle ipotesi”, avrete imparato ad amare. Un gran bel punto di partenza…