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Marco Cruciani

Marco Cruciani

Pensieri in libertà


Per amore, solo per amore

Pubblicato da Marco Cruciani su 19 Marzo 2014, 14:31pm

Per amore, solo per amore

Avevo in mente un paio di spunti per buttare giù quattro righe, per mantenere allenata la sana abitudine di non far scappare le idee che ci passano per la testa… E poi ho iniziato a leggere qua e là pensieri sulla festa del papà... Le persone che ti sono vicine ti fanno gli auguri… E finisci per pensarci su. Non tanto sulla festa, ovviamente, quanto su questa figura, questo ruolo che, da quasi quindici anni, qualcuno ha deciso dovessi interpretare anche tu. Già, da lassù qualcuno ha deciso, ti ha scelto: adesso ti faccio fare questa esperienza, prova a cavartela in questo nuovo lavoro. Ti hanno assegnato un ruolo, ma non c’è il copione, non ci sono battute da imparare. Ma non puoi nemmeno improvvisare del tutto. E allora ti affidi a ciò che hai, a ciò che sei… Amore, buon senso, cervello, sensibilità, intuito, conoscenze… La fondamentale e indispensabile complicità e condivisione con chi hai accanto che, come te, impara sulla sua pelle un nuovo delicato mestiere. Poi, di tanto in tanto, ti guardi indietro, svuoti la valigia del vissuto e cerchi dove hai visto… Si, ricordando di aver visto. Ho visto padri che andavano alla partita con i propri figli trasmettendo loro una passione, e ho visto padri che se portavano i figli a qualche centinaio di metri dallo stadio era già un miracolo… Ho visto padri seguire con affetto e sana partecipazione la vita sportiva dei propri figli, e padri sbraitare in tribuna, contro il mondo intero, durante le partite degli stessi… Ho visto padri accompagnare i figli a scuola in certe giornate da “diluvio universale” e padri che, forse, non avevano nemmeno idea di dove fosse quella scuola… Ho visto padri discreti, forse timidi, taciturni e padri un po’ pazzi e molto divertenti… Ho visto e vedo padri che sono ancora le persone speciali che ho sempre conosciuto, e ho visto padri che se ne sono andati troppo presto… Ho visto mio padre e sono sicuro che, nel modo che gli era proprio, ha svolto questo lavoro complicato meglio che poteva. E che “buono o cattivo” che io sia, ha lasciato un suo seme dentro di me e di questo gliene sono e ne sarò sempre grato. Adesso che tocca a me, anche se non me ne accorgo, o forse sì e ne sono cosciente, prendo un po’ di tutte queste cose che trovo nella valigia del vissuto e le uso sperando di non sbagliare. O almeno di sbagliare meno possibile. Da quando “lavoro”, di esperienze ne ho fatte. Ho suonato campanelli con una borsa in mano, parlato con un microfono davanti a qualche migliaio di persone, sviluppato software che forse hanno migliorato il lavoro di tante persone, ho visto il mio nome in fondo agli articoli di un giornale, messo in pratica le cose imparate sui banchi di ragioneria. Tutte cose importanti, tutte cose in cui, anche in quelle apparentemente più “aride”, ho lasciato un po’ di me, con passione. Compiti che ho svolto con l’infinito rispetto che si deve a qualcosa che ti permette di avere un riscontro economico, grazie al quale porti avanti altri progetti di vita. Quando ho iniziato a “cercare un lavoro”, con il famoso pezzo di carta in mano, non sapevo… Che il lavoro più importante, più speciale, più incredibile e gratificante… sarebbe venuto a cercare me. Senza chiedere un diploma, un curriculum, delle referenze. Per quel lavoro serve soprattutto cuore. Se ce l’hai puoi farlo. E’ l’unico lavoro che fai davvero per amore. Non a caso, un bellissimo film diretto da Giovanni Veronesi che parla di San Giuseppe, si intitola “Per amore, solo per amore”. Proviamo a farlo così. Si può fare, solo così. Perché è, il “lavoro”, più bello del mondo…

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