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Marco Cruciani

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Pensieri in libertà


Un mosaico, chiamato Scudetto

Pubblicato da Marco Cruciani su 27 Aprile 2014, 02:27am

Un mosaico, chiamato Scudetto

Mercoledì 11 maggio 2005: per la prima volta il PalaEvangelisti ospita una gara della finale scudetto del volley maschile. E’ gara due. Di fronte Rpa Luigi Bacchi.it e Sisley Treviso. Fefè De Giorgi schiera Sintini-Hernandez, Lebl-Held, Swiderski-De La Fuente ed il libero Trimarchi. Dall’altra parte Treviso, guidata da Daniele Bagnoli, oppone Vermiglio-Fei, Gustavo-Tencati, Papi-Cisolla, con Farina nel ruolo di libero. Perugia ha perso a Treviso per 3 a 0 gara uno la domenica precedente. La sorpresa Perugia, contro la corazzata Treviso, sette scudetti e undici finali in dodici anni, che è strafavorita. Quella gara due, attesissima, che riempie ovviamente il palasport perugino, finirà 3 a 1 per i trevigiani. Quell’unico set, conquistato davanti al pubblico amico, resterà per noi il solo di una serie che la Sisley chiuderà in tre gare. Da allora, molte cose sono cambiate. Sono passati nove anni, è normale che sia così. Sono cambiati i marchi, i colori, gli uomini… Non tutti però. C’erano di sicuro Andrea Giovi, Gianluca Carloncelli, Benedetto Rizzuto, Giuseppe Sabatino, Emilio Giusti… E c’ero pure io, al tavolo dello speaker. Ma molte cose sono cambiate davvero. Forse non Perugia che, quando arriva l’evento con la E maiuscola scopre di non poter mancare, di volerci essere a tutti i costi. E così anche stasera ci sarà il pubblico delle occasioni speciali, un pubblico che sarà caldo come non mai, un’autentica arma in più, un uragano pronto a soffiare sulle ali di quei grifoni del volley, che hanno già migliorato i loro predecessori. Hanno già vinto due set, per di più in trasferta, oltretutto mettendo sotto gli avversari. Questa è una Perugia, targata Sir Safety, forte, molto forte. Che alla strafavorita Lube deve fare una discreta paura. La paura è la forza e la debolezza di questa Lube. La paura (di perdere ancora, come è già successo in questa stagione…) fa sì che l’attenzione sia massima, che non affronti con supponenza l’avversario. La paura però può anche far commettere errori che possono essere fatali. Da quale parte peserà il bilancio (forza o debolezza) lo scopriremo fra qualche giorno. Intanto però, questa sfida tra la grande Macerata e la piccola Perugia, ci fa pensare ad un aspetto forse non considerato dai più… Chissà se la pallavolo italiana è pronta per un pronostico ribaltato… Chissà se per il movimento è più utile che vinca una grande o che sia una piccola a cucirsi addosso lo scudetto… Almeno negli ultimi venti anni lo scudetto lo hanno vinto e se lo sono giocato sempre le big, le favorite. Chissà se questa pallavolo è “pronta” per una nuova Paoletti Catania (che nel 1977-78, sotto la guida di Carmelo Pittera, fu la prima e unica siciliana Campione d’Italia) o per una nuova Ariccia (quella dell’indimenticabile Kirk Kilgour che, nel 1974-75, alla sua seconda stagione in A1, vinse il tricolore). Non siamo impazziti. Parliamo di vincere lo scudetto. Perché noi, tra qualche ora, andremo in campo per pareggiare la serie, per continuare a lottare, proprio per vincere lo scudetto. Convinti come sempre, più di sempre, delle nostre possibilità. Quelle della squadra, del suo staff, del suo team dirigenziale, del suo fantastico pubblico. Siamo tutti tasselli di un mosaico che abbiamo appena iniziato a comporre. Quel mosaico forma lo scudetto tricolore. Ma i pezzi, sono ancora sparsi qua e là… Andiamo a rimettere un po’ di ordine. Sappiamo come fare. Allora, andiamo… Andiamo !!!

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